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Perché, tu che hai sempre creduto in Dybala, hai sempre creduto in Dybala?

Ispirato al pezzo di Michele Placido su Alessandro Del Piero

 

Di Marco Rogério

 

Svolgimento…
Io ho sempre creduto in Dybala, per un gran numero di ragioni. 
Su due piedi, Paulo, me ne vengono in mente 78…

Il gol all’esordio contro la Lazio in Supercoppa, dieci minuti dopo il tuo ingresso.
Il primo meraviglioso gol in un derby contro il Torino in Coppa Italia e
il primo gol in Champions al Bayern Monaco.
Le punizioni a scavalcare la barriera.
La strepitosa stagione 2016/17 iniziata con la bomba da fuori area alla Dinamo Zagabria,
e proseguita con la doppietta su rigore al Napoli in semifinale di Coppa Italia e 
la doppietta al Barcellona, davanti a Messi, a Iniesta e a tutto il mondo.

Il numero 21 e poi il numero 10.

La strepitosa prima parte del campionato 2017/18, con la tua prima tripletta in maglia bianconera, a Genova in rimonta, 
e la seconda tripletta, due giornate dopo, contro il Sassuolo. Ancora in trasferta.
I due gol di destro al Verona, 
e poi naturalmente quel gol alla Lazio al 93′, che ha gettato nella disperazione i rivali del Napoli.
Il gol qualificazione a Wembley contro il Tottenham,
e tutti i gol alla Roma, al Milan, all’Inter. 
La tripletta allo Young Boys,
la prima con la fascia da capitano,
il gol vittoria all’Old Trafford contro il Manchester di Mourinho,
i due gol spaziali ancora contro lo Young Boys, il secondo sfortunatamente annullato.
Il gol a Bologna da subentrato, 3 giorni dopo la sconfitta al Wanda Metropolitano.

Ho sempre creduto in te, Paulo, per tutti i 78 gol fatti con la Juve in questi 4 anni insieme. Per tutte le volte che ci hai fatto esultare. 57 volte in campionato, 7 in Coppa Italia, 11 in Champions League, 3 nelle supercoppe. 
Per i 31 assist!
Per i 4 scudetti consecutivi. 
Per le 3 Coppe Italia e 
le 2 supercoppe.

Perché sei La Joya, il gioiello. 
Perché sei elegante, 
perché sai fare quel gol a giro sul secondo palo, che ricorda tanto un altro grande numero 10 della nostra storia. Solo che tu lo fai dall’altro lato e con il piede sinistro. 
Non è un caso che tanti bambini nel mondo siano diventati juventini dopo essersi innamorati di te. Un po’ come quelli della mia generazione con Del Piero. 
Con la tua Dybala-Mask sei diventato l’eroe di tanti, l’eroe di cui avevano bisogno. E come ogni eroe hai delle responsabilità e un peso enorme da sopportare.

Sì, perché il peso di cui ti hanno caricato è enorme, ma tu provi lo stesso a reggerlo, in silenzio. 
L’etichetta sbagliatissima di nuovo Messi. 
E il peso della 10, la maglia di Alex.
Hai fatto tante volte da parafulmini Paulo, proteggendo la squadra da insulti e critiche. Come dopo un rigore sbagliato, dopo una finale persa, o alcune brutte prestazioni.
Immagino non sia mai facile.

Sai Paulo, sarei contento se restassi alla Juve tutta la carriera. 
Non stare a sentire chi ti insulta, etichettandoti come viziato o ingrato, non ti curar di chi ti sminuisce anche quando fai gol. Perché fai gol a squadre scarse o fuori forma, dicono. Non ti curare nemmeno di chi fa stupidi paragoni con giocatori di squadre o epoche diverse. 
Il tuo silenzio è oro. 
Lo stesso silenzio e il rispetto mostrato verso chi ti ha allontanato dalla porta, snaturandoti, e esponendoti ingiustamente a critiche ancor più forti.
Il silenzio dopo la panchina. Dopo le panchine. Alla Juve. Al mondiale.

Forse è proprio questo che ti ha tolto la leggerezza e la spensieratezza dei primi anni, quando eri ancora u picciriddu, arrivato da Palermo.

Paulo, hai affrontato cose ben peggiori di una panchina o di una critica. Da ragazzino, ad appena 15 anni perdevi tuo padre. Tuo papà che sognava di vederti diventare un calciatore, ma non ha potuto. 
E tu ci sei riuscito lo stesso. Dal ragazzino che viveva nella pensione del club, el pibe de la pensión, a professionista in grado di segnare 17 gol con l’Instituto de Cordoba al primo anno. 4 record battuti ed ecco Zamparini. 
Forza!
Un anno difficile capita a tutti. È successo anche ad altri numeri 10 in passato.
Noi, i tifosi veri, ti aspettiamo. Ti sosteniamo.

Sai Paulo, ce ne sarebbero molte altre di ragioni… ma mentre scrivo mi è venuta in mente una domanda, anche piuttosto urgente:

Tu, come hai fatto tu che non hai creduto in Dybala, a non credere in Dybala?


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