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Vincere e riflettere

Il successo e la ricostruzione

Scritto da Fabio Villani  | 

 

Con il punto di ieri sera la Juventus ha quasi messo la parola fine al discorso scudetto: +8 sulla Lazio che è nuovamente scivolata contro il Sassuolo, + 9 sull'Atalaanta, la squadra più in forma, più bella, più organizzata del campionato. E in questo preciso momento anche la più forte.

 

Mi aspettavo una partita complicata ieri, con un copione leggermente differente: una Juventus che sarebbe partita forte per poi scemare contro la strapotenza organizzativa e fisica della squadra di Gasperini.

In realtà è stato tutto il contrario: l'Atalanta ha preso le redini del gioco nel primo tempo dominandoci territorialmente (e non) per poi calare nel secondo. La Juventus ha tenuto botta aggrappandosi alla sofferenza, ha provato a reagire nel secondo tempo, con più disordine rispetto alla compagine del Gasp, trovando il pari.

In quel momento anche io come Sarri, stranamente, ho avuto la sensazione di poterla addirittura vincere. Non sarebbe stato meritato, non sarebbe stato giusto ma è anche la legge millenaria del calcio.

Invece due errori in uscita da parte di Rabiot e Bentancur, altra sassata di Malinovs'kyj. Con l'arroganza, la strafottenza e lo strapotere tipico di chi è giovane, forte e ha la testa libera. Beata gioventù.

Alla fine ne esce fuori un pari che ci fa contenti e ci avvicina all'obiettivo.

Ma al netto di miracoli europei, che oggi non vedo all'orizzonte e che sembrerebbero più frutto di una sceneggiatura alla Spielberg che di una constatazione del reale, che stagione è stata questa?

In molti parlano di fallimento filosofico con il solito slogan ripetuto a cantilena per tutta la stagione: la Juve ha preso Sarri perchè vincere non le bastava più e allora bisognava vincere con il bel gioco.

Senza considerare che per arrivare ad essere organizzati come l'Atalanta (l'unica squadra italiana che coniuga intensità e tecnica, a livelli europei) e il Liverpool non basta schioccare le dita ma bisogna anche avere la pazienza dell'Atalanta e del Liverpool. Pazienza che questa tifoseria composta anche da finti-pseudo Guardiolisti (che del modus operandi di Guardiola non conoscono assolutamente nulla ma avrebbero usato Pep per vantarsi al bar sotto casa) non ha mai avuto nella vita.

Io credo che quest'anno per noi sia stato fondamentalmente un anno 0, con una rosa raffazzonata a causa di scelte di mercato dolorose ma quasi obbligate (Danilo-Cancelo è uno scambio fatto in nome del Dio plusvalenza), rinnovi per riconoscenza (Khedira, Mandzukic), qualche errore strategico (Ramsey? Rabiot?).

Bisognerebbe ricordarsi che la Juventus di Sarri, che molti fanno passare come la stessa squadra dello scorso anno, non si è mai potuta permettere di ruotare uomini nel ruolo di centrale difensivo, non avendo mai avuto a disposizione Chiellini (crociato) e nell'anno solare 2020 anche Demiral (crociato anche lui).

Oltre a plusvalenza Danilo gli altri terzini di ruolo sono Alex Sandro e De Sciglio (chi l'ha visto?) a cui si è sopperito arretrando Cuadrado.

Il nostro centravanti di riserva è Gonzalo Higuain, che la società ha cercato di dare via in tutti i modi la scorsa estate ottenendo picche  sia da parte dell'entourage dell'argentino ma anche di qualunque dietologo della regione Piemonte.

Di esterni di ruolo ne abbiamo solo due: un Douglas Costa da centellinare dopo numerosi problemi fisici e un Bernardeschi da far benedire a Lourdes ogni volta che sbaglia una scelta negli ultimi 30 metri.

 

In tutto questo sfacelo Sarri sta avendo il merito di portare a casa il campionato, ridare al grande calcio Paulo Dybala, lanciare nel nostro calcio de Ligt, mettere sulla mappa dei centrocampisti con un gran futuro anche Rodrigo Bentancur, far segnare di più e in modo diverso Ronaldo e, tralasciando gli stupidi slogan da parte di chi non guarda le partite, ha anche dato un'identità di squadra ottenendo un livello di gioco a tratti anche piacevole.

Le due partite in cui ci siamo snaturati sono state le due sfide proprio contro l'Atalanta di Gasperini. Per demeriti nostri, che siamo già indietro in quanto a programmazione e organizzazione, e per grandi meriti loro.

Per arrivare ad essere organizzati e ancora più piacevoli però occorrono due cose: la fiducia della società e la consapevolezza, da parte della società stessa, che bisognerà mettere mano su questa rosa andando ad interrompere il rapporto contrattuale con calciatori che non hanno dato nulla alla causa durante questa stagione.

Ben vengano i Kulusevski e gli Arthur. Giovani, dinamici e pronti.

Perchè se vincere per la Juventus è davvero di fondamentale importanza allora il paraocchi e la riconoscenza a tutti i costi va messa assolutamente da parte, altrimenti c'è il rischio che questo campionato post-Covid sia davvero l'ultimo di questo incredibile ciclo.

L'Atalanta sarà ancora più famelica il prossimo anno...

 


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