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Il triangolo no

La Juve di fine Ottobre, tra difficoltà e speranze

 

Di Alessandro Lucia

“Il triangolo no, non l'avevo considerato”, ma a differenza di quanto cantava Renato Zero, Maurizio  Sarri i triangoli li considera eccome. Anzi, sono la chiave di volta per creare quella superiorità numerica che ieri sera si è vista spesso, anche se limitata soprattutto alla prima mezz'ora di gioco, dove la Juventus poteva tranquillamente dilagare e chiudere una partita poi incredibilmente complicatasi.

A questo proposito, Zero come l'autore di Triangolo, zero come l'apporto offensivo di Cristiano Ronaldo nei primi 93 minuti, che schizza a cento negli ultimi due, quando calcia un rigore difficilissimo con la freddezza di un adulto che gioca contro un gruppo di bambini.

Ciò però non rimuove il problema di una scarsa fluidità di palleggio sul lato sinistro del campo, a differenza del lato opposto, dove Cuadrado (gracias Senor Jesus por conservarlo integro), Khedira (coi suoi tempi) e Dybala hanno dialogato spesso e bene con un Bernardeschi perno centrale decisamente meno pasticcione della partita precedente, creando almeno due nitide occasioni poi non finalizzate.

A sinistra la storia è diversa: Sandro lavora tanto e Bernardeschi fa la sua parte nel creare gli spazi, coadiuvati però da un Matuidi tanto utile in transizione difensiva quanto disastroso nei movimenti triangolari e un Ronaldo che si trova evidentemente a disagio a giocare spalle alla porta in un sistema che richiede pochi tocchi per muovere la palla.

Quale può essere la soluzione? Posto che il problema è più di finalizzazione che di creazione (27 tiri totali di cui 13 da dentro l'area) aiuterebbe molto riuscire a mantenere più qualità di possesso nella fascia tra il centrocampo e l'area avversaria: ovvero perdere meno palloni. Il che significa dover rincorrere di meno gli avversari e non ricorrere costantemente al fallo, ieri sistematico ad ogni possesso perso: va bene il gegenpressing, ma 24 falli fanno capire che manca ancora qualcosa per quanto riguarda la capacità di pressare come squadra intera.

 

Quindi, come fare? Il gioco di Sarri richiede dispendio fisico, ma non può prescindere dalla qualità, e quindi bisogna affidarsi ai giocatori più tecnici, la posizione giusta poi la troverà l'allenatore. Per questo preghiamo che Ramsey e Douglas, imprescindibili in questa squadra, vengano gestiti con intelligenza, che Rabiot continui a far vedere gli sprazzi di qualità visti ieri e che Bentancur decida finalmente di diventare quello che da anni sta promettendo.

 

PS: e che il dio del calcio ci conservi in gloria Miralem Pjanic


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