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Juventus-Atalanta: Top&Flop

Scritto da Antonio Laudante  | 

 

Top

Paulo Dybala 

Arriva carico al big match e offre giocate fin dai primi secondi, anche con gioco di fino come col tacco volante a liberare lo smarcamento di Mckennie. Finisce per essere l’unico giocatore a regalare speranza al resto della squadra con la traversa scheggiata al novantesimo. Inventa nel deserto, il subentro di Bernardeschi sul suo lato di fascia non aiuta. 

Manuel Locatelli 

Se la Juventus attuale sembra a tratti una squadra è solo merito suo. Fa il vertice basso del 433 nel primo tempo e complice l’uscita per infortunio di Mckennie al 65esimo non trova un centrocampista di spessore a cui lanciare palla, col gioco schiacciato sugli esterni. Se Max descrive con distopia una buona squadra ieri lo deve tanto al 27. 
 

Flop

Adrien Rabiot 

Primo tempo da numeri di questo genere: 

  • 0 Shots 
  • 0 Key passes 
  • 0 Aerials won 
  • 0 Dribbles 
  • 0 Tackles 
  • 0 Interceptions 
  • 0 Clearances 
  • 0 Blocked shots 
  • 0/0 Accurate crosses 
  • 30 Passes 
  • 70% PA% 

Secondo tempo decisamente su altri livelli, ma non è possibile interpretare il ruolo di mezz’ala in questo modo, caro Adrien. Rimasto settato su dei livelli da calcio di copertura post Juve-Lazio non comprende l’importanza del suo gioco fino a quando si sgancia a fare l’opposto di Bernardeschi. Approccio vergognoso negli ultimi 30 metri di campo, fa scorrere una palla lunga messa da Cuadrado col contagiri, con assoluta mancanza di cattiveria. 

Se questo è un cavallo.

Alex Sandro

La fascia sinistra della Juventus ieri quasi detiene un record per imprecisione e poca presenza. I limiti del terzino brasiliano sembrano volersi far notare ogni giorno di più, non riesce a liberare una singola volta Federico Chiesa, lascia nei primi 45 minuti la squadra in balia del blocco dei sei centrocampisti della Dea, non riuscendo a difendere nemmeno decentemente da una posizione principalmente bloccata. Fa rimpiangere De Sciglio.

Alvaro Morata

Non so a questo punto che giocatore sia in grado di ricoprire il 9 classico nel calcio di Massimiliano Allegri. Mandzukic nella Juve pre-esonero di Max faceva il numero 9 e fece 6 mesi di digiuno reti, Gonzalo Higuain per sua diretta ammissione disse di esser diventato un centrocampista a Torino, Alvaro Morata è un pessimo centrocampista e quando arriva in area, un pessimo attaccante. Regala un pallone folle a Zapata con un retropassaggio senza senso che coglie nell’esatta passività tutta la squadara, questo basta per scrivere il suo nome con la penna rossa, seppur i suoi movimenti orizzontali siano da piangere. Salva giusto qualche volta il gioco di sponda, ma non dispone del fisico per impostarlo sui duelli aerei. A metà tra una mora e una rata.

Massimiliano Allegri & Andrea Agnelli 

Duopolio da brividi che merita di essere citato in concomitanza se pensiamo che per quanto non indossino gli scarpini per scendere in campo, sono le loro idee ad essere quello che ingolfa la macchina Juventus. O meglio, la mancanza di esse: abbiamo osservato negli episodi precedenti come il progetto giovani sia stato vincolato da gente di copertina soprattutto dalle loro parole, e in un momento dove siamo a record storici gravi la si butta sul passivo silenzio e sugli slogan. Male il primo a non imporre le sue richieste al rientro (a Gennaio manca un mese pieno, se le trattative vanno male anche due) e il secondo a creare staff volatili e impoveriti. Non stiamo vedendo la società dei grandi successi a cui siamo stati abituati per una categorica mancanza di programmazione. 

Oriana & fallaci.

 


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