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Don Rodrigo: Il nuovo protagonista del romanzo Juve?

 

A Cura di Simone Sollazzi

Penso a Rodrigo Bentancur e subito mi viene in mente quel Barcellona Juventus del 12 settembre scorso. L’uruguagio esordisce in Champions League in uno degli stadi più temuti d’Europa e contro chi fino a pochi anni fa poteva schierare la coppia Xavi-Iniesta. Il risultato è rotondo ma in Rodrigo si inizia a notare qualcosa. E’ sfrontato, forse troppo, ma cerca sempre di restare nel vivo del gioco e aiutare i compagni.

Altra volta dal primo minuto in Champions. Questa volta l’avversario è il più forte. Pjanic è squalificato e allora Bentacur parte ancora dal primo minuto, affrontando la partita con lo stesso piglio messo in campo contro i blaugrana. Il risultato della Juventus contro il Real Madrid è ancora un pesante 3-0. Lolo (questo è il suo soprannome) prova a mettercela tutta per arginare la bufera madridista. Di nuovo nulla da fare.

Tra queste due tappe della sua carriera Allegri gli concede minuti e Rodrigo si fa trovare sempre pronto a dare il suo apporto alla causa. Il mister juventino non si fida ancora a pieno dell’ex Boca Juniors forse perchè lo vede ancora un po’ lento nelle decisioni, essendo abituato a tutt’altri ritmi.

Di fronte a Bentancur si palesa un nuovo avversario. Siamo agli ultimi due minuti di un match senza senso, interpretato in malo modo dalla Juventus che si ritrova sotto di un gol contro l’Inter nella partita decisiva per l’assegnazione dello scudetto, in cui solo la vittoria è contemplata. Cuadrado trova il pari. Siamo alle battute finali e proprio Bentancur recupera quella palla a metà campo che pochi istanti dopo Higuain appoggierà in fondo al sacco. L’uruguayano dopo tante delusioni e tanta panchina diventa colui che da il via all’azione cruciale che vale un intero campionato.

L’imminente futuro e la convivenza con Pjanic

Mentre sto scrivendo i tifosi dell’Uruguay stanno festeggiando il gol all’ultimo minuto segnato contro l’Iran. Altra rete nel finale per un giocatore della Celeste (Adani sarà al settimo cielo,immagino). Rodrigo Bentancur potrebbe trovare nel mondiale una vetrina per mostrare le sue abilità e per acquisire ancora più esperienza in ambito europea.

Quest’anno la Juventus si è ritrovata con ben poca qualità nella zona mediana del campo. Pjanicnon è stato aiutato a dovere sia nella fase d’impostazione con gli interni di centrocampo che avrebbero dovuto apportare fantasia alla manovra, sia in quella difensiva dove però è giusto evidenziare le carenze del bosniaco in fase di non possesso.

Con il passare del tempo sono stato sempre più convinto del fatto che Miralem Pjanic faccia davvero troppa fatica nel ricoprire il ruolo di mediano davanti alla difesa. Schierandolo in quella posizione si va a limitare le caratteristiche tecniche del giocatore. Mire è suo agio nella trequarti avversaria perchè può sfruttare la sua visione di gioco e l’abilità nel fornire assist. Nelle ultime due stagioni alla Roma, il nazionale bosniaco ha segnato 11 gol ma il dato che salto all’occhio sono le 16 assistenze. Tutto questo giocando come mezz’ala senza compiti d’inserimento.

Lo spostamento in avanti di Pjanic comporterebbe la scelta del giocatore da mettere a schermo del reparto difensivo. Quale posizione migliore per Bentancur? L’uruguagio ha la giusta dose di spavalderia per ricoprire quel ruolo perche Don Rodrigo nel pericolo ci sguazza. Quella posizione porta con sè tante responsabilità. Si chiede a colui che la occupa di fare da metronomo, di aiutare i centrali difensivi e infine di tentare la verticalizzazione. Bentacur si diletta in tutti questi compiti richiesti. Inoltre un altro dato interessante è quello relativo all’altezza: Pjanic concede all’uruguayano circa 10 centimenti che in quella posizione possono davvero fare la differenza. Rodrigo potrebbe fare al caso di Allegri come mediano in un centrocampo a 3. Certo, c’è sempre da ricordare che stiamo parlando di un classe ’97 ancora da plasmare a livello tattico. Ma Rodrigo potrebbe davvero rappresentare un buon mix di intelligenza calcistica e fisicità.

Se prendiamo in considerazione il trend europeo esso sembra confermare questa ipotesi. L’uomo davanti alla difesa tende ad assumere sempre i contorni di un giocatore orientanto quasi completamente al contenimento. Scordiamoci che nel calcio moderno nascano nuovi Pirlo che possano anche supportare i giocatori d’attacco con continuità. Partendo da Casemiro fino ad arrivare a Fernandinho per citarne due. Il mediano dovra equilibrare la presenza di 5 giocatori offensivi, come dimostra il City di Guardiola o il Real odierno.

Lungi da me pensare che Allegri stravolgerà la sua idea di gioco sempre attenta a bilanciare difesa e attacco, mettendo in campo così tanti giocatori di spinta.

Per dirla in maniera più popolare il mediano moderno deve fare legna sì ma anche essere un punto di riferimento nella costruzione del gioco.

Se il Don Rodrigo del celebro romanzo non è mai riuscito a trovare la giusta chiave per fare breccia nel cuore della sua innamorata spero che per il nostro personaggio la conquista delle chiavi del centrocampo bianconero sia di più facile riuscita.


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