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Ce lo meritiamo veramente?

Commento post eliminazione

 

Di Lindacrazia

Credevo che nel day-after mi sarebbe passata un po' la delusione, invece forse sto peggio del momento dopo il fischio finale. Da ieri sera mi chiedo se ce lo meritiamo oppure no, se veramente meritiamo di non vedere la Juventus FC alzare la Champions League.

Allo Stadium ho ascoltato i miei vicini di sedile che parlavano di “coppa maledetta”, ho visto ragazzi e adulti (me compresa) urlare il “fino alla fine” pure tra le lacrime e i singhiozzi. Da domanda allora sorge spontanea: davvero meritiamo questo ogni anno?

Escludendo chi risponde affermativamente perché fa parte della categoria degli anti-Juve, penso che a questa domanda non esista una risposta univoca perché credo che dipenda dal punto di vista con il quale si cerca di rispondere.

Meritiamo di uscire se si guardano la tattica, lo schema di gioco e la mentalità della squadra: basti vedere i giocatori che si chiudono negli ultimi 30m per difendere il risultato quando è a favore nostro, l'ossessione per questo equilibrio in campo che quasi sempre collassa in Europa, la “calma” sempre richiesta ma chissà quanto è utile.

Meritiamo di uscire quando abbiamo un allenatore non capisce i suoi errori perché convinto del suo metodo di gioco, afferma che essere tra le migliori 8 d'Europa è un gran risultato quando ha in squadra uno dei due attaccanti più forti al mondo dell'ultimo decennio e si giustifica dicendo cose insensate che ora non ho voglia nemmeno di provare a ricordare.

Meritiamo di uscire se la società, che aveva apertamente dichiarato come obiettivo la Champions League, è convinta di continuare con un allenatore che non ha più nulla da dare a questa squadra dal 3 giugno 2017 e che continua a prendere lezioni di calcio, quello vero, sia in Italia (prima tra tutte l'Atalanta) sia in Europa.

Perché allora dico che non è univoca la risposta se l'intero complesso societario se lo merita? Perché esiste anche un altro punto di vista. Quello dei tifosi.

Penso che non meritiamo di vedere tutto questo soprattutto quando vedo per l'ennesima volta negli ultimi anni il mio settore e tutto lo stadio in lacrime, perché questa volta so che siamo riusciti a mettere da parte le divergenze per 90 minuti e siamo rimasti uniti ad incitare la squadra.

Non ce lo meritiamo quando leggo la timeline di Twitter delusa e con l'umore sotto terra, quando mi arrivano i messaggi dei miei compagni arrabbiati per aver visto l'ennesima figura barbina in mondovisione.
Non ce lo meritiamo lo penso quando vedo mio padre, tifoso da quasi mezzo secolo, con le lacrime agli occhi e che prova a nasconderle e chissà quanti altri padri o madri l'hanno fatto ieri sera di nuovo.

Non meritiamo tutto ciò perché dopo così tanti anni di lacrime per questa maledetta coppa ci meriteremmo di sorridere e il 10 luglio 2018 pensavamo che quel giorno potesse essere il 1 giugno 2019, invece non sarà così.
Sono qui che cerco di mandare giù il boccone amarissimo un'altra volta, ma nonostante tutto e nonostante ciò che posso aver detto ieri sera continuerò a sostenere e a credere in questa squadra. Perché come diceva “stare insieme è meglio di essere divisi, tra le lacrime e i sorrisi”.


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