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Scambio Milan-Juventus: chi vince e chi perde.

Scritto da Fabio Villani  | 

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CHI VINCE:

Mattia Caldara: Non ci nascondiamo, per un ragazzo di 24 anni (quindi non proprio un giovanotto) venire alla Juventus alle spalle di Chiellini, Bonucci, Barzagli e Benatia, con un allenatore non così bravo a sviluppare il talento giovane come Allegri, sarebbe stato tutto tranne che facile. Caldara al Milan avrà la maglia da titolare fin da subito, continuerà a giocare in una competizione europea e affinerà l'intesa con un suo pari età, Romagnoli, con cui si ritroverà molto probabilmente anche in nazionale nel giro di poco tempo.

Il Milan: Dalla situazione disperata di Giugno-inizio Luglio (esclusione dalle Coppe, mille voci sulla vendita della società a sedicenti compratori di ogni tipo) ad una piccola ma significativa luce in fondo al tunnel: la squadra rossonera giocherà la prossima Europa League, ha alle spalle un fondo importante che ha interesse a rispettare i parametri della UEFA ed abbassare i costi in modo di rivendere la società (si spera) in mani sicure. In più da una difficile situazione creatasi al suo interno, quella di un capitano che voleva scappare via alla sua ex squadra, riesce a portarsi a casa un difensore in rampa di lancio e un bomber di razza in grado di mettere il Milan sulla cartina delle squadre in lotta per il quarto posto. Il tutto alla modica cifra (parliamo del costo dei cartellini di quest'anno) di 18 milioni di euro tra il prestito oneroso di Higuain e lo scambio, alla pari, Caldara-Bonucci.
Il fondo Elliott  non comprerà Exor o 30 Milinkovic Savic da mettere in giardino come qualche burlone di twitter sta provando a dire da giorni, ma è comunque garanzia di un futuro. Un futuro sicuramente con più luci che ombre.

Il professionista Leonardo Bonucci: Per l'ex capitano del Milan e protagonista di sei dei sette scudetti in bianconero è un ritorno al passato. Dal punto di vista sportivo passare da un Milan incerottato e con poche ambizioni di trofei internazionali alla Juventus di Ronaldo è sicuramente un passo in avanti.

La Juventus 18-19: Bisogna avere una visione complessiva su quello che è stato il mercato della Juventus di quest'estate. No, non solo l'acquisto di Cristiano Ronaldo (luccicante più che mai) ma tutte le operazioni portate a termine da Marotta e Paratici da Giugno fino ad oggi. Perin, Cancelo, Emre Can, ovviamente CR7 e ora Bonucci fanno fare un salto qualitativo notevole alla squadra di Allegri dal punto di vista strettamente tecnico. 
Non dimentichiamoci che la Juve della passata stagione ha avuto non poche difficoltà non solo a far partire l'azione in maniera pulita dalle retrovie ma anche nell'uscita dal pressing avversario. Bonucci e Cancelo danno una grossa mano nell'impostazione di gioco e possono essere visti come due abili palleggiatori nello scacchiere tattico dell'allenatore toscano. Bisogna far notare che non è stata messa in atto alcuna cessione eccellente: spiace dirlo ma Higuain nella Juve di CR7 rappresenta un esubero di extra-lusso.
Nel breve periodo la Juventus è una squadra decisamente migliore rispetto a quella di ieri.

CHI PERDE

Gonzalo Higuain: Non sono mai stato un fan dello swap Paul Pogba-Gonzalo Higuain nel 2016. Avrei preferito re-investire la cifra ricavata dal francese con dei talenti più giovani. Ma anche il più ottimista non si sarebbe mai immaginato che dopo soli due anni Higuain sarebbe stato ceduto con un prestito con obbligo di riscatto. Higuain finirà la sua carriera in bianconero con due scudetti, tanti gol (anche decisivi, come quello di San Siro) e una finale di Champions, persa. Dopo un mondiale passato più in panchina che sul campo passa da una contender per la Champions ad una squadra in lotta per entrarci…in Champions.
Higuain sarà l'assoluta star del nuovo Milan ma dal punto di vista professionale questo per lui è senza dubbio un passo indietro. Mentre mi sento dire che per la Juventus quei 90 milioni, visti oggi, hanno rappresentato un grande sfizio, probabilmente evitabile.

Il mito della programmazione: Ebbene sì, anche in questo caso tocca farsene una ragione. La Juventus è una società all'avanguardia in tantissime cose, sta facendo un lavoro straordinario da tanti anni a questa parte. Eppure anche da noi non è per forza tutto oro quello che luccica. Comprare Caldara dall'Atalanta, lasciarlo in prestito per due anni alla società orobica, riportarlo a Torino, presentarlo ufficialmente e cederlo dopo solo un mese non è stata una gran figura. Soprattutto ceduto ad una squadra che ha visto una dirigenza che si è insediata meno di una settimana prima della conclusione dell'affare. In più bisognerebbe iniziare a riflettere su quello che sarà il nostro reparto difensivo nel medio-lungo termine: il rinnovo a Barzagli per spiegare la juventinità al Caldara di turno si è rivelata l'ennesima balla che fa tanto comodo a chi sui social non riesce proprio a sporcarsi le mani per l'amore di un consenso virtuale. Il ritorno della BBC al suo completo puzza più di attaccamento alla poltrona misto a riconoscenza piuttosto che ad una vera e propria strategia. Benchè meno ad una trasmissione di valori etici da parte della vecchia guardia verso la nuova: più che di valori da imparare, i ragazzi hanno prima di tutto bisogno di giocare.

Il personaggio mediatico Leonardo Bonucci: Quando passi dallo “spostare gli equilibri” all'umiliazione di una Canossa bianconera vuol dire che non è stata una grande annata. Bonucci è stato un protagonista assoluto in bianconero, uno di quelli che c'erano a Trieste il 6 Maggio del 2012. Ha ottenuto visibilità, giocato partite importanti, guadagnato la nazionale e per lui ci sono state anche parole di riconoscimento da parte di Pep Guardiola nei suoi anni in bianconero. Evidentemente non bastava, Leonardo non voleva essere uno dei tanti. Voleva essere la star.
Ha sbattuto la porta in faccia ed è andato a guadagnare uno stipendio da assoluto top player, nonchè la fascia da capitano in una società imporante come il Milan. Tornare a Torino, con la coda tra le gambe, a ritornare ad essere “uno dei tanti” nella squadra di Cristiano Ronaldo è la prova provata di un'ammissione, piuttosto esplicita, di aver fatto una cazzata nel Luglio 2017.
Personalmente mi importa poco dei discorsi sulla maglia, sul tradimento, sul valore di una fascia capitano piuttosto che una maglia senza fascia. Mi piace giudicare i giocatori solo e soltanto per il proprio rendimento sul campo.
La parabola di Bonucci, almeno sotto il profilo mediatico, è andata sicuramente in discesa nel corso delle ultime due estati.


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