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Quello che volevo vedere l'ho visto

Cosa ci lascia Lazio-Juve

Scritto da Fabio Villani  | 

 

Alla vigilia di questa partita chiedevo tre cose: una prestazione intensa, una partita ben giocata, una squadra che potesse giocare con ritmi alti contro un avversario in formissima che ha delle caratteristiche in grado di darci dei problemi.

Senza (o comunque con poco) interesse nella classifica.

Tutto questo l'ho visto, soprattutto nel primo tempo, in cui la Juventus ha gestito bene il ritmo della gara passando in vantaggio con Ronaldo dopo una splendida azione iniziata da lui (in palla, segnale importante) e rilanciata da uno splendido Bentancur.

L'ho visto in una Juve che ha spaziato bene il campo, che si è mossa bene in fase offensiva anche negli uomini senza palla. 

Poi l'infortunio di Benta (in un reparto già ampiamente malandato), il rosso (per me ingiusto, ma non ho voglia di imbattermi in moviole, non sono interessato all'argomento) e una partita molto equilibrata, per me bellissima...in stile Premier League con due contendenti che hanno voglia di tirarsi un cazzotto a testa, è diventato uno show finale della Lazio.

Ho da recriminare qualcosa?

- Probabilmente non avrei messo Emre Can e avrei cambiato modulo una volta uscito Bentancur, passando al 4-3-3 con Danilo arretrato e Cuadrado alto. Però poi vedo in campo il brasiliano e penso che è messo bene ma non benissimo.

- Fa rabbia rivedere l'occasione avuta da Dybala, una scelta sbagliata in un momento sbagliato. Capita anche ai più bravi.

- Fa storcere molto il naso vedere che da un nostro calcio d'angolo, prendiamo il contropiede che ci fa andare in inferiorità numerica con il fallo speso da Cuadrado. Errore a mio giudizio correggibile, nulla di tragico.

Ma tutto questo non conta nulla: quello che volevo vedere l'ho visto.

E non mi sarei messo a fare catenaccio in 10 vs 11 per portare a casa un punticino: se dovessimo snaturarci ogni volta che nasce una difficoltà perderemmo completamente di vista quello che vogliamo fare. Ne vale la pena per chi vuole pensare in grande?

C'è chi si sente un mago degli aggiustamenti in corsa e nella lettura delle partite e chi vuole creare un'identità precisa, anche uscendo rafforzati quando il punteggio non sorride e i momenti della partita girano male.

Io la mia posizione l'ho già presa, senza paure, senza isterie: quello che volevo l'ho già ottenuto.

 

 

 


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