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Rumble in the jungle

Contro il falso moralismo e il bigottismo a buon mercato

Scritto da Fabio Villani  | 

 

Tutto possiamo dire della Coppa Italia, tranne che sia una competizione per cuori deboli.

In questi anni abbiamo assistito a casi di particolare drama: la rissa verbale tra Sarri e Mancini, la sconfitta a tavolino della Roma per un cambio in più effettuato senza seguire il regolamento, il sensazionalismo di Fabrizio Failla nel commentare un mini-accenno di rissa tra la Fiorentina e la Roma, lo scontro tra Lukaku e Ibrahimovic e last but not least quello che è successo ieri sera: Andrea Agnelli, presidente della Juventus, e Antonio Conte, allenatore dell'Inter, che se le sono mandate a dire. Anche a distanza. Anche tramite figure terze (Paratici, Marotta e Oriali).

Tutti questi episodi hanno portato polemiche, qualche ammenda, qualche turno di squalifica ma soprattutto giorni e giorni di dibattito sui nostri media: dalle televisioni alle radio fino ai social network.

Quello di cui voglio discutere oggi però è un'antica abitudine, tutta italiana, nel giudicare questo tipo di fatti incresciosi: un misto tra il bacchettonaggine, un finto moralismo e qualche elemento di noiosa sacralità del calcio, soprattutto dei suoi protagonisti.

Fino a dieci giorni fa, non pochi giornalisti, si azzardavano nelle richieste più assurde per far squalificare Ibrahimovic (reo di aver provocato il centravanti nerazzurro Lukaku). Addirittura alcuni esponenti del mondo ecclesiastico e del mondo della politica hanno fatto pressioni per cacciare via lo svedese da Sanremo (!!) con il solito Codacons a rendersi partecipe di proposte bizzarre se non ridicole.

Stessa cosa ieri, con l'aggiunta della messa in mezzo del fumosissimo concetto di "Stile Juve". Che viene particolarmente citato ogni volta che un calciatore/dirigente bianconero rilascia qualche dichiarazione stupida o ha dei comportamenti poco edificanti.

Un concetto fumoso come quello della "Pazza (e onesta) Inter", della "Magica Roma", il "cuore granata" ecc. 

Qualcosa che serve più che altro a nobilitare la nostra fede per la nostra squadra del cuore. Pura vetrina, poca (se non nessuna) sostanza. 

Dove voglio arrivare?

La mia opinione è che la Federcalcio ha tutto il diritto di esaminare quanto successo ieri sera e fa bene a prendere i suoi provvedimenti, sportivi, per fare in modo che quello che accade dentro e fuori dal campo durante (e dopo) le partite non diventi un vero e proprio far-west.

Ma fermiamoci, appunto, ai provvedimenti sportivi. Senza andare oltre. Senza mettere in mezzo giudizi morali o etici. In un mondo che di morale ed etico non ha granchè.

Smettiamola di trattare presidenti, allenatori, calciatori come degli esempi da seguire nella nostra vita di tutti i giorni, di pendere dalle loro labbra, di creare falsi miti di eleganza, di identificarci in tutto e per tutto in quello che fanno o dicono. Smettiamola di creare petizioni stupide per rimuovere le stelle.

Come diceva Charles Barkley in un famoso spot per Nike: "I'm not a role model, I'm not paid to be a role model. Parents should be role models. Just because I dunk a basketball doesn't mean I should raise your kids"

Prendiamoci quello che c'è invece di buono: la bellezza di un gesto tecnico, la passione di squadre e calciatori che fanno di tutto per portare a casa una vittoria e anche il puro intrattenimento che questi scontri fisici/verbali si portano dietro. C'è anche una bellezza nel vedere come certi calciatori/allenatori reagiscono al trash talking.

Una delle cose che ho sempre preferito del compianto Kobe Bryant, era quel suo modo di mettersi, anche esagerando, tutto il mondo contro. 

Il pubblico lo fischiava? Lui era ancora più gasato di prima.

Un avversario si avvicinava a lui per dirgli qualche parolina? Lui gliene ribatteva altrettante. E nell'azione successiva chiedeva il pallone, tirava e molto probabilmente gli faceva canestro. In faccia.

Non è magico tutto questo? Non sono anche queste delle meravigliose pagine di sport?

Chiunque abbia praticato un minimo di sport a livello agonistico (anche per una partita al calcetto il giovedì sera) o abbia assistito anche ad una partita di una qualunque categoria inferiore, sa perfettamente che sono episodi che accadono sempre, comunque e dovunque.

Lasciamo da parte i bigotti e godiamoci lo spettacolo, con tanto di pop corn. Let's get ready to rumble!

 


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