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Zenit-Juventus: Top&Flop

Vittoria sulla sirena e girone in cassaforte

Scritto da Federico Arpini  | 

 

Top

De Ligt

Sembra avere tutto meno che degli strascichi fisici, infatti è lui a guidare la difesa ed annullare la principale arma offensiva dello Zenit (per la verità molo legnosa) Dzyuba. Bene anche in fase di impostazione e nel tenere ordinata la linea difensiva. Sarebbe superfluo dire che la sua condizione è fondamentale per tutta la stagione della Juve, ma lo sottolineiamo lo stesso. Anche perché l’alternativa è Rugani.

De Sciglio

No, non è un refuso. Mattia De Sciglio è per la seconda volta in due partite tra i migliori in campo e, come se non bastasse, mette il suo nome sul tabellino sotto la voce “assist” anche ieri sera. La prestazione a livello tecnico è (inevitabilmente) facilmente relegabile nel cassetto della memoria “ricordi inutili”, ma il terzino fedelissimo di Allegri ripaga la fiducia del suo mecenate con un’altra prestazione affidabile impreziosita dal cross tagliato che cade sulla testa di Kulusevski per lo 0-1 che consente alla Juve di tornare a Torino con altri tre punti.

Locatelli

Ieri sera abbiamo assistito ad un evento che da qualche anno a questa parte è sfortunatamente più unico che raro: un centrocampo che gestisce bene la palla. Ho scelto Locatelli come primo esempio per l’ordine portato ad un centrocampo a tre composto da lui, Bentancur (ancora ottimo in fase di interdizione, meno in fase di movimento della palla) e McKennie (molto bene palloni recuperati ed inserimenti senza palla. Molto meno bene il ciuffo alla Malgioglio). Bene anche in fase di recupero palla e supporto alla difesa in impostazione. Cala un po’ con l’ingresso di Arthur ma ci sarà tempo di lavorare sulla convivenza dei due.

 

Flop

Morata

Il centravanti spagnolo ieri sera ha dimostrato grande abnegazione e predisposizione al sacrificio, ma non è mai riuscito ad essere incisivo in fase offensiva, se non all’inizio del secondo tempo con un tracciante interessante per McKennie (che però partiva da posizione di offside). In generale troppe poche volte è riuscito a dettare la profondità coi tempi giusti, e la mancanza di qualità negli ultimi 30 metri (rilevata da Allegri stesso) è anche colpa sua.

Chiesa

Se nei 90 minuti di partita la nostra chiesa è abitualmente popolata di giocate come se fosse la vigilia di Natale, ieri sera abbiamo assistito ad una messa del sabato pomeriggio, con solo qualche timido colpo di repertorio e tanta (comprensibile) stanchezza.  Sempre confusionario, va spesso a sbattere contro la linea difensiva dello Zenit. Nel momento in cui dovrebbe fermarsi e ragionare parte a testa bassa cercando spazi che, di solito, trova ma che stavolta non riesce a crearsi. Periodo di flessione che fondamentalmente si può imputare al fatto che dopo 8/9 mesi passati a giocare da solo, il buon Federico, come un moderno Forrest Gump ha tutto il diritto di sentirsi “un po’stanchino.”

Bonucci

La Uefa gli assegna il premio MVP dimostrando che per lavorare nel calcio non sempre è necessario capirci qualcosa. Al di là degli immeritati riconoscimenti personali, la partita di Bonucci è pessima soprattutto lì dove di solito si cela la sua forza: in impostazione. Troppi palloni persi da cui nascono le (poche) ripartenze dello Zenit. Apprezzabile il volersi prendere le responsabilità, meno apprezzabile intestardirsi quando si vede che non è giornata. 

 


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