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Kulusevski, una gemma rara per la Juventus

Perchè quello di Dejan Kulusevski è un colpo che non deve passare inosservato

Scritto da Edoardo Di Nuzzo  | 

È giustificato tutto questo hype per un giocatore classe 2000 che ha fatto - per ora - solo mezza stagione di Serie A ad alti livelli? Sì. 

Possiamo sognare e pensare a Kulusevski come il nostro fenomeno dai capelli rossicci come quello che hanno a Manchester, sponda City? Eh... magari!

Ho avuto la fortuna di vederlo giocare una decina di volte, quest'anno, al Tardini. Fin dalla prima giornata Parma-Juventus, "Kulu-qualcosa" (così lo chiamavano i tifosi del Parma affianco a me in tribuna) ha fatto vedere di non essere il solito giovane meteora titolare alla prima di campionato e poi abbandonato nello stanzino più remoto del centro sportivo di Collecchio.

Lo svedese ha, in neanche metà stagione, eclissato gli idoli Gervinho e Inglese, prendendosi la scena tutta per sé. A Parma ha giocato prevalentemente da ala destra nel tridente offensivo, ma non lo inquadrerei così nettamente come una ala mancina che rientra e fa la giocata, Kulusevski è davvero molto altro.

Parliamo di un ragazzo classe 2000, di quasi 190 cm, fulmineo nei primi metri e devastante in progressione. Un ragazzo che non è mono-piede (come parecchi mancini) ma gioca - e sa giocare bene - anche con il destro. Quello di Parma è stato fino ad ora un ecosistema che lo ha protetto e ne ha esaltato al massimo le caratteristiche, essendo i gialloblu una squadra che riparte molto e fa del contropiede la propria arma principale. 

Guai però a pensare a Kulu come un giocatore solo da contropiede, non è affatto così. Kulusevski è una gemma rara di talento. Statistiche alla mano (via Opta), è il più giovane tra i giocatori che hanno preso parte attiva ad almeno 10 gol nei cinque maggiori campionati europei 2019/20 (quattro reti e sette assist per lui). Lo svedese sa essere istintivo e freddo più e più volte all'interno della stessa partita. Sente la giocata e pensa qualche tempo di gioco prima degli altri, vedi sotto:

Di base, come ogni mancino, preferisce partire da destra per accentrarsi e fare gioco con il sinistro. Kulusevski però ha anche giocate da 10 puro, sa mettersi in luce, galleggiare tra le linee, ricevere e proteggere palla per poi imbucare e servire il taglio del compagno anche in situazioni dove il margine di errore è davvero minimo, vedi sotto assist per Gervinho:

Come detto prima, Kulusevski è un giocatore molto verticale che eccelle in situazioni di transizione offensiva a campo aperto. Le doti da rifinitore in situazioni di ribaltamento di fronte sono davvero da giocatore sopra la media. Ne è l'esempio questa palla per Cornelius:

Difficilmente il ragazzo si limita alla giocata semplice e questo, per un dicannovenne, è un elemento da non sottovalutare. Un esempio lampante è questa palla servita per Inglese, qualsiasi altro giocatore avrebbe sfruttato il taglio della punta per servire l'ala opposta (Gervinho in questo caso), Kulusevksi no, lui aspetta e mette davanti al portiere Inglese facendo sembrare una palla del genere la cosa più semplice al mondo:

Le mie uniche due "preoccupazioni" su Kulusevski sono queste. Il ragazzo è il prototipo del giocatore moderno, un ibrido tra mezzala, ala e trequartista. Non è specializzato e questo sappiamo che potrebbe essere un pregio se parliamo in ottica "Guardioliana" e un po' più un problema nella visione di calcio di uno come Sarri. Starà sia a Sarri che al ragazzo trovare il punto di equilibrio per esplodere veramente.

Altro punto interrogativo è quello legato al cambiamento di play-style. Da un lato, un giocatore che salta l'uomo sull'esterno, ci serve come il pane, dall'altro rimane l'incognita sull'adattamento al sistema Juve. Un sistema diametralmente opposto a quel del Parma di D'Aversa e che non è più quello da baricentro basso e tanto spazio a disposizione per ripartire. In fin dei conti, però, è normale sia così il processo di crescita di un ragazzo che passa dalla squadra "di provincia" alla big di turno. Dovrà essere capace di passare al gradino successivo per evitare una parabola simil-Bernardeschi.

Detto tutto questo, dobbiamo essere felici (per aver contribuito ad un "Inter beffata") e realizzare che abbiamo tra le mani un vero campioncino.

BENVENUTO, KULU!


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