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Se il compromesso diventa letale

La Vecchia Signora guarda in faccia la realtà

Scritto da Andrea Palmisciano  | 

Al termine della partita d'andata degli ottavi​ ​ di Champions League, il mio umore - come quello di molti altri tifosi - ricorda terribilmente il post Atletico Madrid Juventus dello scorso anno, così come lo ricorda la situazione che si sta delineando per la squadra. Oggi è difficile trovare un solo colpevole, la squadra ha letteralmente passeggiato per 60 minuti almeno, quasi invogliando un avversario - a dire il vero anche abbastanza remissivo - ad attaccarti, perché come detto dall'allenatore nel post partita la squadra gestiva il possesso palla in maniera lenta e prevedibile, senza aggressione sulle seconde palle e, di conseguenza, creando pochissimo. I principali colpevoli vengono identificati dai più in ​Leonardo Bonucci ​ e Miralem Pjanic, ​ ma andando ad analizzare un blando primo tempo vi sono anche due errori assurdi di ​Rabiot ​ che non chiude un'azione semplice che avrebbe comunque messo un compagno davanti la porta avversaria, e di ​Bentancur ​ che da una rimessa laterale si fa trovare totalmente impreparato nell'azione che vede il talento cristallino di ​Houssem Aouar sfornare l'assist per il vantaggio francese. Con il senno di poi, è facile dire che magari sarebbe servito un attaccante esterno, un terzino, una prima punta ecc, ma la realtà è che non possiamo sempre invocare il calciomercato quale panacea a tutti i problemi che, evidentemente, allenatore e giocatori hanno, ma che non possono essere una scusante.  
 
Per quanto mi riguarda, il principale responsabile di una partita come quella di ieri, resta comunque ​l'allenatore​, ma non per questioni tecnico tattiche, perché nessuno può chiedere ai giocatori di passeggiare ed essere passivi sia quando bisogna correre in avanti che all'indietro, non è quello il punto. ​

Maurizio Sarri​, arrivato alla Juve non per un cambio di mentalità o di approccio, ma, come ho sempre pensato, perché ritenuto il migliore allenatore italiano per continuare a vincere, sta palesando enormi difficoltà nel trovare il giusto compromesso tra ​quello che lui ritiene il modo migliore per portare a casa il risultato ​e le caratteristiche, o meglio dire le abitudini, dei giocatori a disposizione. "​Se tiri troppo la corda di una chitarra la romperai, ma se la lasci troppo allentata non suonerà" . ​ Ecco, a mio parere, quello che sta succedendo. Nel tentativo di trovare la via di mezzo propedeutica all'illuminazione, l'allenatore bianconero sta lasciando troppo suonare uno spartito a dei giocatori che non lo conoscono più, e, consequenzialmente, ti trovi a non fare bene nessuna fase di gioco. 
 
Ci sono dei giocatori importanti e, per carità, fortissimi, che per un motivo o per un altro è da dicembre che non stanno più offrendo il contributo dato fino al doppio confronto con la Lazio, per me vero spartiacque in negativo della stagione.​

Che senso ha insistere con loro? Soprattutto visto e considerato che i risultati, appena il livello si alza un minimo, non arrivano, basti vedere Napoli Verona Lione e metto in mezzo anche il Milan, che senza quel rigore - poteva starci anche ieri sera - sarebbe andata allo stesso modo. Il turno potresti anche passarlo, perché il Lione non è chissà quale corazzata, e perché il risultato lo permette ancora, ma cambierebbe qualcosa nella costruzione di una squadra alla ricerca della propria identità? Quello che ​Maurizio Sarri ​ è chiamato a fare è ​guardare in faccia la realtà.​ Se parti con l'idea che giocatori come ​Pjanic ​ , come ​Bonucci ​ , possano rappresentare la colonna portante della tua squadra, ma poi, per un periodo più o meno lungo, ti accorgi che queste fondamenta stanno crollando, vanno prese scelte forti, perché a pagare poi sarà 
solo lui, e a prescindere dal fatto che questo sia giusto o meno, ​bisogna​ ​che porti avanti il suo lavoro senza eccessivi compromessi e scelte politiche.  
 
Guardare in faccia la realtà, appunto, ma che lo faccia con lucidità e raziocinio, poiché guardando il fondo di un pozzo magari sembra di vedere la verità, guardi il riflesso del sole e della luna, ma quando cadi giù, poi, non trovi il sole o la luna, ma la verità.


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