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Né con Ceferin, né con Florentino

Manuale di difesa personale contro la propaganda

Scritto da Fabio Villani  | 

 

Disclaimer: colui che vi scrive è a favore di molti principi della Superlega, è molto preoccupato per il futuro del calcio inteso come intrattenimento per le nuove generazioni, segue con estremo piacere molte leghe americane con un sistema chiuso (NBA, NFL, MLB) e seguiva con altrettanto piacere una lega europea con un sistema parzialmente chiuso basato sulle licenze (l'Eurolega di basket).

 

Quello che però trovo del tutto disdicevole è questo continuo schierarsi da una parte (la Uefa) o dall'altra (i club scissionisti) facendo uso di una propaganda molto rivedibile se non patetica. Riassumo in punti quello che penso:

 

- Il calcio professionistico non è mai stato della gente. Da quando è nato. La passione per il gioco o per un club è giusto che appartenga alla gente, ma il calcio ai livelli altissimi è un'azienda e come qualsiasi altra azienda risponde alle esigenze del mercato cercando di offrire l'illusione, non sempre riuscendoci, di mostrare il miglior prodotto possibile ai suoi consumatori (chiamati romanticamente tifosi).

- Questa guerra tra la Uefa e la Superleague non è una guerra tra bene e male. Stiamo semplicemente parlando di due gruppi di potere che si stanno sfidando per avere ancora più potere e ancora più soldi.

La Uefa, come spesso ha fatto negli anni, aumenta i posti in Champions League per squadre di più federazioni (la riforma della nuova Champions prevede addirittura 36 partecipanti) in cambio del consenso politico di quest'ultime e in cambio di un aumento del suo giro d'affari nel mondo (più paesi coinvolti, più partite, più soldi)

I club della Superlega vogliono staccarsi da un organo monopolista, produrre in proprio una competizione sportiva e avere la matematica sicurezza, ogni anno, di partecipare a questa competizione. Diminuendo del tutto ogni rischio di impresa, ogni rischio di investimento sbagliato o stagione sbagliata. 

Come potete notare anche voi, spero, non c'è nessun bene e nessun male. E soprattutto non c'è alcun tipo di romanticismo. Da nessuna parte.

 

Acclarata la non-presenza di fattori romantici in questa guerra politico-commerciale, possiamo affermare senza alcun dubbio che l'intero impianto su cui si è poggiato l'inizio del progetto Superleague è stato del tutto fallimentare, da tanti punti di vista che vado ad elencarvi:

 

- La comunicazione

Nessuna conferenza stampa congiunta, nessun presidente ci ha messo la faccia (oltre a Florentino Perez che ha partecipato 24 ore dopo ad un programma di bassa lega, El Chiringuito). Nessun calciatore e nessun allenatore è apparso in video con uno spot pubblicitario girato per vendere un sogno ai nuovi consumatori riguardante la nascita di questo nuovo progetto rivoluzionario a livello globale.

Non solo: su questo tentativo non si è mai preparato un terreno di scontro prima della sua nascita. Immaginate se la questione dello stipendio di Ceferin fosse stata sollevata prima del comunicato ufficiale della nascita della ESL. Avrebbe avuto sicuramente una cassa di risonanza maggiore e sarebbe stato un punto di discussione fertile per preparare i tifosi ad uno scontro tra le parti.

Invece non c'è stato alcun bombardamento mediatico che potesse sviluppare del malcontento verso le istituzioni attuali del calcio.

 

- I broadcaster e gli sponsor

L'ingresso dei dodici super-club in questa Superlega è avvenuto in un periodo successivo alla vendita dei diritti televisivi delle competizioni Uefa e delle leghe nazionali ai vari broadcaster. Emittenti che, dunque, non avevano alcun tipo di interesse a sponsorizzare una nuova competizione che non aveva alcuna data precisa di inizio (perchè scrivere il prima possibile, forse ad Agosto, non vuol dire nulla) e delle regole ancora più precise riguardanti un'eventuale bando per l'asta di quei diritti.

In più nessuno sponsor (dalla Coca Cola, a Mastercard, McDonalds, Pepsi, Continental per non parlare dei brand sportivi come Nike, Adidas o Puma) è apparso come partner ufficiale di questo grande progetto. Solo una nota di J.P. Morgan, la banca per eccellenza. Che però oggi mediaticamente, agli occhi di un comune mortale, sposta meno di uno spot Adidas/Nike con Messi, Pogba o Ronaldo.

 

- La politica

Oltre a tutti i limiti che vi ho appena elencato, c'è quello più importante: non aver trovato alcun tipo di appoggio politico a questo progetto, da parte dei vari governi del mondo. Un fatto gravissimo, perchè la UEFA e la FIFA invece hanno potuto facilmente scardinare la nascita della Superleague, visto il loro potere esercitato anche nei confronti o in combutta alle istituzioni (potere, quello della UEFA e della FIFA, che ha una storia di almeno 50 anni ed è stato usato anche in modi poco leciti e poco edificanti).

 

In conclusione, che è il punto in cui volevo arrivare in questo breve pezzo d'opinione, è assolutamente lecito sperare in un cambiamento del calcio, sperare nelle riforme strutturali che possano dare nuova linfa vitale a questo sport (partendo da una riduzione dei campionati, ad un'introduzione di un sistema che prevede l'ingresso del salary cap e tanto altro ancora) ma il tutto doveva essere gestito e organizzato meglio, doveva essere comunicato e spiegato alla gente con temi e principi che potessero scatenare almeno un'interesse costruttivo.

 

Aggiungo che, a tentativo fallito, sperare in un nuovo colpo di teatro o sperare in una battaglia che porti al muro contro muro, nel breve periodo, è quantomeno bizzarro (se non proprio stupido).

Perchè prima o poi le due parti dovranno sedersi e cercare di trovare un accordo che vada bene per tutti e (purtroppo? per fortuna?) oggi la Uefa a colpo di stato sventato (parlo dal loro punto di vista) ha un leverage maggiore rispetto a 7 giorni fa. 

 

Ragion per cui, sarà anche divertente vedere in tendenza mondiale l'hashtag #CeferinOut, ma avere aspettative su questo tipo di operazione, oggi che è acclarato che su questa guerra ci sono fattori non controllabili dagli appassionati ma da gruppi di potere piuttosto importanti nella scala gerarchica delle organizzazioni mondiali, è da persone molto ingenue se non stupide.

Siate più furbi, cercate di formarvi una vostra personalissima opinione senza seguire chi vi vuole manipolare da un verso (i giornali di Cairo) o dall'altro (i gruppi editoriali vicini a Florentino Perez) e cercate di essere più razionali (e meno romantici, sigh) possibili.

 

You're better than that!

 


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