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Vedremo mai la Juve di Sarri?

Non siamo più la Juventus di Allegri ma forse non diventeremo mai quella di Sarri

Scritto da Angelo Mineo  | 


Con tutte le discriminanti del caso che si concedono ad una squadra ancora in rodaggio e reduce da un tour de force intercontinentale, la Juventus di Sarri continua sempre più ad allontanarsi dal picco di Milano e a fornire prestazioni che per lunghi tratti di gara la vedono incapace di controllare il gioco e troppo spesso succube degli avversari. Quella di Bergamo, seppur importantissima, si candida prepotentemente a diventare  l'ennesima vittoria di Pirro in stagione, una partita risolta ancora una volta dalla qualità dei singoli cui farà seguito un'altra formazione piena di scompensi e limitata tecnicamente. Sono due le costanti in ogni gara della Juventus giocata da metá ottobre in poi:

le scelte a centrocampo, oggi vero rebus nelle proiezioni di formazione. Sarri sta ruotando continuamente i tre uomini che agiscono attorno a Pjanic, l'unica costante sembra essere diventata Rodrigo Bentancur, alternatosi con buoni risultati in tutti i ruoli della mediana a 4. Questo tourbillon di giocatori  é indice di insoddisfazione da parte del tecnico che ancora non è riuscito a trovare uomini adatti ad assecondare le sue consegne tattiche che al contempo non portino troppi scompensi alla squadra nelle due fasi. È il centrocampo il primo reparto che Sarri provvede a cambiare a gara in corso, è dalle scelte in mezzo che passano le nostre fortune

-la scarsa capacità nella riaggressione da parte della squadra oggi è il vero problema: ogni errore tecnico ci costa 50 metri di corsa all'indietro perché non siamo mai efficaci nel recupero palla alto.  Questo porta troppo spesso ad imbarazzi in possesso e ad atteggiamenti di indolenza e frustrazione dei giocatori ad ogni errore tecnico del compagno. In quest'ottica appare inspiegabile la rinuncia preventiva a giocatori come Can e l'ottusa insistenza a schierare Sami Khedira, ormai ridotto a pallida copia del bellissimo giocatore visto nelle partite agostane, capace di chiudere triangoli in ogni onda del campo.

Più passa il tempo e meno la Juventus assomiglia all'ideale tattico perseguito dal mister toscano. Arrivati a questo punto è lecito domandarsi se arriveremo mai ad un approdo tattico che ci permetta di evitare i tanti scompensi tecnici e in non possesso visti nelle ultime settimane oppure rimarremo nel guado, ancora intenti a perseguire, almeno a parole, un'idea di squadra che oggi si è dimostrata poco più di un'utopia.


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